Il settore agricolo continua a rappresentare una delle realtà lavorative più pericolose in Italia. Nel corso del 2023 sono state registrate 26.546 denunce di infortunio sul lavoro, con un totale di 138 decessi, dato pur se in diminuzione negli ultimi cinque anni, ancora di notevole rilievo. Sebbene il trend indichi una riduzione del 19,7% degli incidenti rispetto al 2019, i dati più recenti relativi al 2024 evidenziano segnali di preoccupazione: il totale degli infortuni risulta stabile o in lieve aumento (+0,3%) e si registra un incremento degli eventi mortali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Le statistiche attribuiscono ai ribaltamenti dei mezzi agricoli una delle principali cause di incidenti fatali, soprattutto nelle operazioni condotte su terreni irregolari, inclinati o scoscesi. Si evidenzia, inoltre, una particolare vulnerabilità degli operatori in età avanzata: il segmento della popolazione lavorativa oltre i 64 anni rappresenta circa il 14% degli infortuni, ma è responsabile di una quota pari al 40% dei decessi nel comparto. A queste criticità si aggiungono condizioni operative sfavorevoli, quali la mancanza di supporti tecnologici adeguati, visibilità limitata, affaticamento dovuto a turni prolungati e l’elevata dipendenza da competenze manuali per l’esecuzione di manovre complesse.